FILOSOFIA - fede e ragione

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legato_bluesummers
view post Posted on 1/12/2008, 10:17




Fede e ragione
Il messaggio evangelico

Visto da Roma l’evento storico della predicazione, della condanna e della crocifissione di Gesù sembrava solo uno dei tanti episodi di “turbolenza” religiosa e sociale.
L’idea e il messaggio di salvezza del Cristianesimo si diffusero velocemente, dalle comunità ebraiche fino a Roma e nei domini occidentali e africani dell’impero.
La forza diffusiva della nuova religione si legava al suo carattere universalistico, che portava ai Cristiani a rivolgersi non solo ai “figli del popolo d’Israele” ma a tutti gli uomini “di buona volontà”, qualunque fosse la loro razza, nazionalità e condizione sociale.
La buona novella

Il Cristianesimo si presenta come una novità radicale.
L’incarnazione, il farsi uomo di Gesù, figlio di Dio, è l’evento centrale. Accanto al Padre e al Figlio, si annuncerà anche lo Spirito Santo, delineando un Dio che è uno e trino.
Il Cristianesimo proclama la nuova alleanza, il nuovo patto tra Dio e gli uomini, annuncia l’avvento di un Dio in terra.
Nel discorso della montagna Gesù proclama un radicale capovolgimento di valori: il regno dei cieli sarà “dei puri di cuore”, principi etici diventano l’umiltà e la povertà di spirito, la semplicità e il distacco dalla ricchezza.
Nel regno dei cieli entrerà chi avrà fatto la volontà di Dio e realizzato i nuovi valori, non chi avrà solo recitato formule rituali e preghiere.
Precetti fondamentali diventano:
 l’interiorità delle fede,
 la speranza nella salvezza e nell’ingresso nel regno dei cieli,
 la carità e l’amore.
Cristianesimo ed Ebraismo

In contrasto con l’Ebraismo, il Messia non è solo l’”inviato” ma il Figlio stesso di Dio, che s’incarna per garantire la redenzione e la salvezza di tutti gli uomini.
Il vangelo secondo Giovanni

Importanza ha il quarto Vangelo, attribuito all’apostolo Giovanni, in esso viene data una dimensione speculativa, che lo rende diverso dagli altri tre Vangeli, grazie all’adozione di concetti-chiave tratti dalla tradizione filosofica, in particolare dal Platonismo e Neoplatonismo.
Cristo viene identificato con il Verbo, cioè con il logos, e questo con Dio. Il Logos appare qui come il mediatore fra Dio e il mondo, persona distinta dal Padre, ma avente la sua stessa natura divina: egli è nello stesso tempo creatore del mondo e salvatore degli uomini.
E’ divenuto un concetto cristiano: definisce cioè una nuova, divina e operante soggettività, quella del Cristo incarnato.
Paolo di Tarso

Un essenziale contributo alla diffusione delle prime comunità cristiane in ogni parte dell’impero vien dato da Paolo di Tarso.
Netta è in lui l’affermazione della novità e dell’autonomia cristiana di fronte alla tradizione giudaica e alla cultura ellenistico-romana.
Il superamento della vita secondo la carne si realizza, solo entro la Chiesa, nella comunità storica dei fedeli che Paolo descrive come lo stesso corpo di Cristo, di cui i fedeli sono le membra.
Il Cristiano deve dare testimonianza della sua fede con una condotta coerente e soprattutto con la carità, che esprime fattivamente il vincolo d’amore che lega i Cristiani alla loro Chiesa e a ciascun altro uomo.
Secondo Paolo solo la fede giustifica e questa è riconoscimento di Cristo e adesione interiore a Lui.
Così come è dono di Dio, frutto della Grazia e della predestinazione divina.
La necessità della grazia è dimostrata dal fatto che nell’uomo vi sono due tendenze, verso il bene e verso il male.
La legge non dà la possibilità di resistere al peccato: dà all’uomo la coscienza del peccato, ma non la forza per combatterlo e vincerlo: solo la Fede salva.
L’affermazione del Cristianesimo

Dopo le persecuzione subite nei primi secoli, i Cristiani vedono la loro condizione mutare con l’imperatore Costantino, ordinando nel 313 d.C. la libertà per i Cristiani di professare la loro fede.
Teodosio nel 380 con l’Editto di Tessalonica dichiara il Cristianesimo religione di Stato, nel 381 perseguita il paganesimo e le eresie e nel 391 abolisce tutti i culti pagani.
L’impero muta e diventa romano-cristiano, e l’affermazione del Cristianesimo determina una trasformazione di sistema.
Le origini di una “filosofia” cristiana

Sin dai primi secoli gli intellettuali cristiani si interrogano sui rapporti fra fede e ragione, fra religione e filosofia.
Il Cristianesimo è una religione, non un sistema filosofico, ma si mostra “capace di prospettive filosofiche”.
La filosofia cristiana è presentata come l’espressione compiuta dalla “verità” che per secoli la filosofia e la sapienza degli antichi avevano cercato.
Fra la fede e la ragione si apre dunque una dialettica feconda, con la quale nasce e si definisce gradualmente un pensiero filosofico “cristiano”.
Dio, la volontà, la persona

Il Dio uno e trino è un Dio d’amore afferma Paolo.
L’amore è il valore fondamentale del Cristianesimo.
Il comandamento in cui è racchiusa l’etica cristiana è un comandamento di amore: amore di Dio, amore di sé, amore del prossimo.
La volontà è connotato essenziale di Dio in quanto Persona; è un Dio-persona, cioè un soggetto assoluto.
La connotazione personalistica di Dio attiene anche alla natura umana: il valore assoluto di ogni individuo risiede nell’interiorità della coscienza, nell’essere egli una persona.
Il concetto di persona assume una valenza spirituale, esso esprime il fondamento della dignità e del valore irriducibile dell’individuo, al di là della condizione sociale, del sesso, della razza o della nazione di appartenenza.
Il problema del male

Si diffondono due concezioni non cristiane del male: quelle del Manicheismo e dello Gnosticismo.
Entrambe hanno in comune una concezione dualistica: il mondo è visto come il luogo in cui si combattono i due principi del bene e del male, o lo spirito e la materia , l’anima e il corpo.
La responsabilità del male viene attribuita ad una realtà estranea e opposta al Dio del bene.
Se si dall’inizio Dio sa chi è predestinato alla salvezza, non si capisce a che cosa serve la libertà umana.
Apologisti e Padri della Chiesa

Viene a formarsi un nuovo ceto di intellettuali, che hanno il compito di difendere la nuova religione e di edificarne la struttura dottrinale distinta in due fasi di svolgimento:
 La prima è quella degli Apologisti, che si impegnano nella difesa del Cristianesimo contro il paganesimo e lo Gnosticismo.
 La seconda è quella dei Padri della Chiesa, che si dedicano all’elaborazione e sistemazione della dottrina cristiana tentando di darne una versione compiuta e coerente.
Si distingue la Patristica greca, più aperta e favorevole all’uso della filosofia per l’elaborazione dottrinale, dalla Patristica latina, più gelosa dell’autonomia spirituale del Cristianesimo.
Si distinguono alcune grandi scuole cristiane come quelle di Alessandria, Antiochia, Cesarea, Milano e Roma.
Girolamo realizza la traduzione in latino e la revisione critica dell’Antico e del Nuovo Testamento, che la Chiesa cattolica accetterà come versione ufficiale delle Scritture.
 
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